Microbiota e obesità
Obesità e microbiota, esiste una relazione?
Obesità
L’obesità è una condizione clinica caratterizzata da un eccesso di peso dovuto all’accumulo di tessuto adiposo, portando ad un indice di massa corporea (IMC) uguale o superiore a 30 Kg/m2. Una volta diffusa principalmente nei Paesi industrializzati fino agli anni ’80, oggi rappresenta un’epidemia mondiale, estendendosi anche nei Paesi in via di sviluppo, dove la malnutrizione era precedentemente il problema principale.
Tradizionalmente si pensa all’obesità come il risultato di un semplice squilibrio tra consumo calorico e spesa energetica, ma sempre più si comprende che è un processo molto più complesso. L’aumento del consumo di cibi ad alto contenuto calorico e la diminuzione dell’attività fisica hanno certamente contribuito, ma i complessi sistemi di regolazione energetica suggeriscono un quadro più intricato.
L’essere umano ha evoluto una comunità di batteri intestinali noti come “microbiota intestinale”. La composizione del microbiota varia tra individui e può essere influenzata da fattori come la dieta, lo stile di vita e l’uso di farmaci. Diversi studi hanno suggerito una relazione tra microbiota intestinale e obesità, perché hanno individuato differenze significative nel profilo del microbiota basate sul peso corporeo, implicando un ruolo diretto dei batteri intestinali nello sviluppo dell’obesità.
La prima dimostrazione di un’ alterazione del microbioma tra fenotipo obeso e normopeso è stata ottenuta esaminando topi geneticamente obesi, nei quali si osservava una prevalenza di Firmicutes con una parallela riduzione dei Bacteroidetes (Rhut et al, 2005).
Le specie di Bacteroidetes sono spesso considerati batteri “benefici” che contribuiscono alla salute intestinale e al metabolismo, mentre i Firmicutes sono appunto correlati all’obesità.
Quanto di conosce sul microbiota
E’ ormai da molti anni che si sta studiando il microbiota, ma solo recentemente le nuove tecnologie hanno portato a un notevole avanzamento delle nostre conoscenze. Grazie agli approcci di meta-genomica, abbiamo scoperto che il genoma dei batteri intestinali è almeno 150 volte più grande del genoma umano, e molti geni batterici hanno ancora funzioni sconosciute. Questo enorme pool di geni apre la strada a molteplici implicazioni nella relazione tra batteri e ospite, anche se le conoscenze sono ancora parziali.
Inoltre, sappiamo ancora poco sugli altri componenti dell’ecosistema batterico intestinale, come virus e funghi, che potrebbero anch’essi influenzare il metabolismo, l’immunità e la fisiologia dell’ospite.
L’interazione tra microbiota intestinale e ospite diventerà uno dei principali obiettivi della ricerca biomedica nei prossimi anni. E grazie a loro, si potrà arrivare ad una comprensione sempre più dettagliata del ruolo dei batteri nel metabolismo e nell’obesità. La capacità di modulare il microbiota intestinale potrebbe diventare fondamentale nello sviluppo di strategie di prevenzione e terapia. Questo porterebbe benefici nella prevenzione delle patologie metaboliche, legate all’alimentazione, ma anche in altre patologie neuronali,